Il tempo passato sui social media non è correlato alla depressione negli adolescenti

L'utilizzo dei media ha effetti sugli aspetti psicologici degli adolescenti

II Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ha stimato quasi due miliardi di persone nel mondo tra i 10 e i 24 anni (UN-DESA, 2010), molte delle quali devono affrontare significative sfide e cambiamenti dati dalla continua evoluzione della società odierna (Stengård and Appelqvist-Schmidlechner, 2010).

E' stato riscontrato infatti che i bambini necessitano di maggior supporto, capacità di apprendimento e strategie di coping per poterli preparare ad una società molto più complessa e tecnologicamente avanzata (Mathur and Freeman, 2002), dove cambiamenti repentini possono influenzare i comportamenti delle nuove generazioni.

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Come i social influenzano le relazioni negli adolescenti

La creazione ed il mantenimento delle reti amicali è considerato un processo evolutivo importante durante l’adolescenza.

In questo stadio della vita, il gruppo dei pari assume un ruolo rilevante e sostituisce le relazioni parentali nel compito di principale supporto emotivo (Coleman, 1974; Boyd & Bee, 2012).

E’ proprio in questa fase delicata che gli studi si concentrano per comprendere gli effetti positivi tra la comunicazione online ed il benessere personale della crescita. L'obiettivo della comunità scientifica è di focalizzarsi sulla prima coorte di adolescenti che “stanno crescendo” nel mondo dei social media.

Inoltre, gli studi si stanno indirizzando su:

  • come incrementare il supporto sociale;
  • ridurre l’ansia sociale;
  • sviluppare l’autostima e diminuire l’isolamento (Ko, Kuo, 2009);
  • evidenziare i potenziali benefici che la comunicazione online potrebbe avere sulla salute mentale (Valaitis, 2005).

Per esempio, le opportunità del fare rete online potrebbero avere effetti sull’autostima e sul senso di appartenenza dell’adolescente che si riflettono indirettamente sulla sensazione di benessere.

Tramite i social infatti  vengono meno le barriere che si frappongono tra gli adolescenti e gli altri, grazie all’anonimato e alla riduzione degli inibitori non verbali che aiutano il processo di conoscenza. Anche i feedback positivi correlati alla condizione di anonimato aumentano la sensazione di essere integrati alla comunità online (Ko and Kuo, 2009) .

Questi processi sembrano spiegare direttamente l’effetto positivo che esiste tra i social media e lo sviluppo del benessere nell’adolescente. Internet quindi offre la possibilità di facilitare ed incoraggiare gli adolescenti ad entrare in contatto con le risorse necessarie per la loro salute mentale, diminuendo la distanza tra il mondo esterno e quello emotivo.

Le conseguenze positive sul piano psicologico risultano più evidenti soprattutto per i giovani di sesso maschile. La facilità di accesso alle informazioni infatti attribuisce ai servizi online più appeal rispetto alle tradizionali forme di richiesta di aiuto.

Quanto influisce il tempo passato sui social media

Il tempo che i teenagers spendono sui social si aggira attorno al 62.5% dal 2012 e continua a crescere.

Nell’arco dello scorso anno il tempo medio che gli adolescenti hanno speso sui social è stato di circa 2, 6 ore al giorno. Questi dati hanno allarmato gli studiosi per il fatto che più tempo si passa davanti allo schermo, più vi sono probabilità di sviluppare ansia e depressione in giovane età.

Tuttavia, le ultime ricerche condotte da Sarah Coyne, docente di arco di vita alla Brigham Young University, hanno rivelato che la correlazione tra disturbi dell’umore e l'utilizzo dei social media non è così lineare.

La dottoressa Coyne, nel suo studio pubblicato in Computers in Human Behavior, ha affermato: 

“Abbiamo speso otto anni cercando di capire la relazione che intercorre tra il tempo speso sui social e la depressione negli adolescenti. Se loro aumentano il loro tempo online, questo li renderà maggiormente depressi? Al contrario, la depressione sarebbe correlata col diminuire del tempo? La risposta è no. Abbiamo scoperto che il tempo speso sui social non ha un impatto su ansia e depressione".

La salute mentale è un costrutto multi processuale dove non è un solo stimolo stressogeno a causare ansia o depressione.

Lo studio della dottoressa Coyne vuole proprio dimostrare come la variabile di tempo passato su Internet non sia la causa principale dei disturbi dell’umore tra gli adolescenti. La variabile tempo non è un predittore degli effetti sul benessere di bambini e adolescenti perché quello che incide maggiormente è l'utilizzo che fanno dei social.

I consigli per l’utilizzo dei social secondo gli studi scientifici

L’obiettivo dello studio descritto sopra è quello di aiutare la società a creare un movimento attorno al dibattito sul tempo passato allo schermo ed esaminare gli elementi qualitativi che lo compongono.

La dottoressa Coyne ha stilato tre consigli per un utilizzo appropriato dei social media.

Il primo è quello di diventare un utente attivo che commenta, posta e apprezza i contenuti degli altri, anziché essere un utente passivo che scorre semplicemente la bacheca.

Il secondo è evitare i social prima di addormentarsi. Dormire abbastanza è uno dei fattori protettivi più importanti per la salute mentale.

Infine, è fondamentale che l’adolescente si chieda cosa lo spinga ad utilizzare i social media, quali siano le motivazioni che lo portano ad interagire e farne uso.

“Se tu stai cercando in maniera attiva determinate informazioni o desideri connetterti col mondo esterno, queste motivazioni potrebbero avere un effetto positivo maggiore del farlo semplicemente perché sei annoiato”, aggiunge Coyne.

La correlazione tra disturbi dell’umore e utilizzo dei social

Nell'impegno per comprendere i fattori che influenzano il benessere degli adolescenti e l’uso che fanno dei social media, gli studiosi del team della dottoressa Coyne hanno lavorato con 500 giovani con un’età compresa tra i 13 e i 20 anni, somministrando loro dei questionari specifici nell’arco di otto anni.

La variabile social media è stata misurata chiedendo ai partecipanti quanto tempo effettivo passassero al computer durante la giornata. Per misurare ansia e depressione invece sono state utilizzate diverse scale che riportavano sintomi dei corrispettivi disturbi.

Questi risultati sono stati poi analizzati a livello individuale per comprendere quale correlazione vi fosse fra le tue variabili.

In particolar modo, gli adolescenti di 13 anni riportavano una media di 31-60 minuti al giorno di utilizzo. Questo livello medio tendeva ad aumentare con il crescere dell’età, arrivando a due ore al giorno per i giovani adulti.

Tuttavia, questo incremento non predice in maniera lineare il rischio per la salute mentale in età adulta.

In conclusione, l’obiettivo degli studi è quello di focalizzarsi sulle modalità e le motivazioni che portano le nuove generazioni a connettersi sempre in maniera sempre più distribuita con i social media per i quali pare evidente che gli strumenti di supporto sociale ed emotivo possano giocare un ruolo fondamentale nel loro benessere soggettivo.

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Fonti:

Boyd, D, R and Bee H, L. (2012). Lifespan Development (6th ed.). Pearson/Allyn and Bacon. Boston. Brigham Young University, Overall time on social media is not related to teen anxiety and depression, Eight-year study shows screen time isn't the problem, 22 October, 2019 in https://www.sciencedaily.com/releases/2019/10/191022174406.htm.

M. Coyne S., A. Rogers A., D. Zurcher J., Stockdale L., McCall Booth. Does time spent using social media impact mental health?: An eight year longitudinal study. Computers in Human Behavior, 2019; 106160 DOI: 10.1016/j.chb.2019.106160

Kraut, R., Patterson, M., Lundmark, V., Kiesler, S., Mukopadhyay, T., & Scherlis, W. (1998). Internet paradox: A social technology that reduces social involvement and psychological well-being? American Psychologist, 53, 1017–1031. doi: 10.1037/0003-066X.53.9.

Stengård, E., and Appelqvist-Schmidlechner, K., (2010) Mental health promotion in young people - an investment for the future. Publications of WHO Regional Office for Europe. Valaitis, R. 2005, "Computers and the Internet: Tools for youth empowerment", Journal of Medical Internet Research. 7(5) 43-52.


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